giovedì 24 novembre 2016

25 novembre - Giornata Internazionale sulla Violenza contro la Donna

Buonasera amiche! Anche io, come altre sedici scrittrici, ho partecipato alla realizzazione di questa antologia che sarà in vendita, on line, da domani su Amazon, dal titolo La Donna Fenice - Violenza (in)finita e il cui ricavato andrà a sostenere l'associazione Donne Per La Sicurezza Onlus. Si tratta di un'organizzazione che da anni aiuta le donne vittime di violenza.

Il mio brano si intitola "Il passato non può ritornare" e ritroverete una vecchia conoscenza, Portia Mantini... e qui mi fermo perché desidero che compriate l'ebook, la cifra è modesta ma la causa è importantissima.
Ecco un piccolissimo estratto.

«E io dovrei crederti? Sei una troia, tale e quale tutte le femmine che si vestono come te.»
Portia alzò le spalle come per infischiarsene, era risaputo che il padre facesse uscite del genere. Non le importava più neanche tanto cosa lui pensasse del suo modo di vestire. Aveva smesso di preoccuparsene parecchio tempo prima e ormai non c’erano critiche di tal genere che potessero sconvolgerla. Ma quella sera lui le sembrava diverso, più feroce, più pericoloso. Il collo era ingrossato e le vene in rilievo, persino quella sulla fronte che gli pulsava quando proprio il nervoso toccava punte altissime. Mentre cercava di guadagnare il corridoio lo sorvegliava con la coda dell'occhio e quello che vedeva non le piaceva per niente.
«Vieni qui!» imprecò Tony Mantini alzandosi in piedi.
Portia intuì ciò che voleva fare e con un balzo cercò di lanciarsi verso il corridoio. Se avesse potuto raggiungere la sua stanza sarebbe stata al sicuro. Avrebbe girato la chiave lasciandolo a strepitare come un'aquila dietro la porta. Ma il difficile era proprio arrivare alla meta. L’agitazione le fece perdere l’equilibrio e si ritrovò a contatto con il freddo pavimento di marmo. Una frazione di secondo dopo sentì la presa dolorosa sui capelli. E poi lo strattone. Cercò di divincolarsi con tutte le sue forze per sottrarsi a quel dolore così intenso, ma subito dopo una nuova sofferenza finì per accavallarsi alla prima. Un ceffone in velocità partì per colpirla sulla guancia. Il dolore le esplose incontrollato, una sensazione bruciante sulla pelle e un rimbombo nella testa che le arrivava fino al cervello. Portia si voltò dalla parte del suo aguzzino e fece fatica a mettere a fuoco la figura del padre che sollevava di nuovo il braccio per scagliarlo contro di lei.

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