martedì 4 marzo 2014

Ho avuto il privilegio di scrivere la prefazione per questo libro davvero godurioso:

"Lo ammetto.
È vero, confesso. Adoro le storie tormentate, quelle in cui i protagonisti soffrono, si struggono, sfidano la sorte. Godo nell’assaporare il gusto piccante delle situazioni che si ribaltano, dei colpi di scena che fanno sussultare e delle sciagure che metterebbero a dura prova la pazienza di un santo. 
Sono esigente; in un romanzo cerco tutte le variabili mescolate e quando le trovo mi ci abbarbico caparbia, sfogliando le pagine con impazienza per sapere sempre di più e sperando nello stesso tempo che la fine non arrivi mai. Nel contesto avventuroso di Immelancholy ho trovato Leila, una donna forte, provata dalla vita e dal dolore. Leila avrebbe vita facile rintanandosi in un cantuccio mentre gli eventi la travolgono e invece decide di prendere in mano la propria esistenza per darle un senso e pagare un tributo alla giustizia.
E ho trovato Jaron, un concentrato di forza maschile in grado di tenerle testa e di far uscire fuori tutta la femminilità comunque latente nella guerriera che è il Leila. Ho gustato l’ideale di femmina coriacea nell’aspetto e indomita nell’animo. Non c’è niente di facile nella storia di Leila e Jaron, ogni azione ha il sapore del sangue e della sofferenza, ogni passo è in bilico su un sentiero impervio. Ma è proprio tra le spine della lotta e della sete di sangue che verrà fuori la passione e l’impeto di un amore travolgente. Un distopico in stile “Hunger Games” che conquista come un “V per Vendetta” con in più le passioni esplicite che sanno infiammarci."
Eccolo qui!

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